• 30 June 2025
AI e content creator

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Spoiler: non si tratta di robot che ci rubano il lavoro

Okay, lo ammetto. Quando ho iniziato la mia tesi sull’intelligenza artificiale e social media, pensavo di scrivere l’ennesimo paper accademico che nessuno avrebbe mai letto. Invece mi sono ritrovata a documentare una rivoluzione in tempo reale – e ora, due anni dopo, quella rivoluzione è diventata la mia quotidianità. Vi racconto cosa ho scoperto davvero, lontano dai titoloni clickbait e dalle paure apocalittiche.

La verità sull’AI content creation (che nessuno vi dice)

Tutti parlano di ChatGPT e DALL-E come se fossero arrivati gli alieni. Ma la realtà? L’AI fa già parte della vostra vita da anni, solo che non ve ne siete accorti. Ogni volta che Instagram vi propone il reel perfetto alle 2 di notte, ogni volta che TikTok vi becca in un rabbit hole di 3 ore, ogni volta che YouTube sa esattamente quale video mettervi dopo – quella è AI che lavora. E funziona così bene che ci sembra magia. Il punto è che ora questa magia è nelle nostre mani. E qui casca l’asino (che poi è il mio animale preferito).

La scorsa settimana ho testato 15 tool diversi per creare un video per un cliente. Risultato? Il 90% era spazzatura. Ma quel 10%… mamma mia, quel 10% era oro puro. L’AI non vi sostituisce. Vi amplifica. Se siete bravi a raccontare storie, l’AI vi aiuta a raccontarle meglio. Se non sapete raccontare storie… beh, l’AI non fa miracoli. Ho visto creator con zero budget creare contenuti che sembrano produzioni da 50k. Ho visto anche agency milionarie sfornare roba che sembra fatta da un bot ubriaco. La differenza? Non è nella tecnologia. È in chi la usa.

Ecco allora il paradosso, l’AI ha praticamente reso democratica la creazione di contenuti, ma ha anche saturato tutto. Quando tutti possono creare, chi vince? Chi crea meglio. E meglio non significa più pixel o più effetti. Significa più umano. I miei video che performano di più? Quelli dove uso l’AI per la parte tecnica noiosa (editing, color correction, sottotitoli) ma dove la storia, le battute, l’energia – quella roba lì è tutta mia. L’AI mi fa risparmiare 4 ore di lavoro tecnico che posso investire in creatività.

Il segreto che i Guru non vi diranno

Volete sapere il vero game changer? Non è saper usare l’AI. È saper riconoscere quando NON usarla. L’altro giorno stavo per generare una caption con AI per un post su un argomento delicato. Poi mi sono fermata e ho scritto tutto a mano. Quel post ha fatto 10x più engagement del solito. Perché? Perché si sentiva che c’ero io dietro, con le mie parole imperfette ma vere.

L’AI è fantastica per rimuovere il rumore di fondo dai video, creare dieci varianti di una thumbnail in due minuti, tradurre contenuti mantenendo il tone of voice e analizzare performance suggerendo ottimizazioni. Ma fa ancora schifo a capire l’ironia, leggere il mood del momento, creare connessioni emotive autentiche e improvvisare – e noi millennial/Gen Z viviamo proprio di improvvisazione. Tra un anno non parleremo più di contenuti fatti con AI vs contenuti umani. Sarà tutto un flusso unico. L’AI diventerà invisibile come lo è ora il correttore automatico – c’è, funziona, non ci pensiamo.

Ma attenzione, questo significa che la differenza la faranno ancora di più le soft skills. Storytelling, timing, empatia, capacità di leggere le community. Roba che non si può automatizzare. Chi riuscirà a bilanciare efficienza tecnologica e autenticità umana avrà vinto. Gli altri saranno solo rumore di fondo in un internet già troppo affollato.

Conclusioni e il consiglio che darei alla me stessa di due anni fa

Smettete di aver paura dell’AI. Iniziate a giocarci. Sperimentatetutto, ma ricordatevi sempre perché state creando contenuti, per connettere con persone vere. L’AI non è il nemico. È come avere un assistente molto bravo ma molto stupido. Sa fare un sacco di cose tecniche, ma non sa perché le sta facendo. Quella parte tocca ancora a noi. E onestamente? Meno male. Provate solo a pensare a quanto sarebbe noioso un mondo dove anche la creatività è standardizzata.

P.S. Questo articolo l’ho scritto io, dalle mie dita sulla tastiera. Ma l’AI mi ha aiutato a correggere i refusi e a trovare sinonimi più fighi. See? Teamwork.