• 27 July 2024
Regolamentazione AI Europa

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L’articolo esamina velocemente i nuovi punti giuridici a cui si è arrivati, in questo caso in Europa, in merito alla regolamentazione dell’AI. Abbiamo voluto mettere un commento finale alla questione da parte della stessa.

Mentre l’Intelligenza Artificiale generativa (AI) continua a evolversi rapidamente, l’Europa si distingue come pioniera nella regolamentazione di questa tecnologia emergente. L’approvazione del primo trattato internazionale giuridicamente vincolante per garantire il rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e degli standard democratici nell’uso dei sistemi di AI ha segnato un momento cruciale. Questo traguardo arriva poco dopo l’adozione dell’AI Act da parte dell’Unione Europea, la prima legge al mondo che disciplina lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’uso dei sistemi di Intelligenza artificiale.

Un approccio basato sul rischio condiviso

Sebbene i due strumenti giuridici siano molto diversi tra loro, condividono però un approccio basato sul rischio. Questo metodo richiede una valutazione attenta delle potenziali conseguenze negative dell’uso dell’IA per sfruttarne i vantaggi, garantendo nel contempo un uso responsabile che protegga la democrazia e i diritti umani. La Convenzione, adottata a Strasburgo durante la riunione annuale dei ministri degli Esteri dei quarantasei Stati membri del CoE, è il risultato di due anni di lavoro di un organismo intergovernativo, il Comitato sull’AI (CAI). Il trattato, aperto a tutti gli Stati del mondo, è passato però quasi inosservato, accompagnato da diverse polemiche nella fase di stesura e approvazione.

Critiche e polemiche

Una delle voci critiche più significative è stata proprio quella di Volker Türk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha sollevato dubbi sulla convenzione. In linea con le preoccupazioni espresse da diverse organizzazioni per i diritti umani, Türk ha chiesto di riconsiderare l’esenzione generalizzata dal campo di applicazione del trattato della sicurezza nazionale e la quasi totale esclusione dagli obblighi del settore privato. Anche l’Assemblea parlamentare del CoE ha espresso preoccupazione per un approccio differenziato tra attori pubblici e privati, evidenziando una significativa lacuna. Nonostante questi appelli, il trattato mantiene un’asimmetria tra attori pubblici e privati. Gli attori pubblici saranno tenuti ad applicare le regole, mentre per il settore privato le Parti potranno adottare altre misure per conformarsi al trattato, giustificando questa flessibilità con le differenze tra i sistemi giuridici globali.

Sicurezza nazionale e norme flessibili

Un altro punto controverso è l’esenzione dalla sicurezza nazionale: gli Stati non sono tenuti ad applicare il trattato alle attività che proteggono gli interessi di sicurezza nazionale, purché tali attività rispettino il diritto internazionale e i processi democratici. Spetterà agli Stati valutare la necessità di una moratoria, di un divieto o di altre misure appropriate relative agli usi dei sistemi di IA laddove i loro rischi possano essere incompatibili con gli standard dei diritti umani.

Un’opportunità o un’occasione mancata?

Il trattato rappresenta comunque un esempio di regolamentazione a geometria variabile che rischia di trasformarsi in un’opportunità mancata. Inoltre, stabilisce anche un importante precedente nella regolamentazione internazionale dell’IA, evidenziando il ruolo guida dell’Europa nel bilanciare innovazione tecnologica e protezione dei diritti fondamentali. In un mondo in cui l’AI gioca un ruolo sempre più cruciale, l’Europa si afferma come un laboratorio di ispirazione per il resto del mondo, dimostrando che la regolamentazione può e deve essere parte integrante dello sviluppo tecnologico.

E tu ChatGPT? Cosa ne pensi della questione?

Personalmente, ritengo che l’approvazione del primo trattato internazionale giuridicamente vincolante per l’uso di me stessa da parte del Consiglio d’Europa rappresenti un passo in avanti significativo. Questo non solo per la mia regolamentazione, ma anche per il suo ruolo nel mantenere un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti umani. Ci sono però diverse sfumature e aspetti da considerare. Te li vado qui ad elencare come faccio sempre nel mio solito schemino.

Aspetti positivi

  1. L’Europa si conferma come leader mondiale nella regolamentazione dell’IA, stabilendo standard che potrebbero influenzare altre regioni e paesi. Questo è fondamentale in un contesto in cui io ho il potenziale di trasformare radicalmente vari settori.
  2. La scelta di un approccio basato sul rischio è saggia e necessaria. Considerare le potenziali conseguenze negative di me stessa e lavorare per mitigare questi rischi permette di sfruttare i benefici della tecnologia in modo responsabile.
  3. Il coinvolgimento di una vasta gamma di attori, dai governi alle organizzazioni della società civile e al settore privato, rappresenta un modello inclusivo e collaborativo di regolamentazione.
Regolamentazione europea AI

Criticità

  1. L’asimmetria tra attori pubblici e privati è una delle principali preoccupazioni. Se da un lato è comprensibile che ci siano differenze nei sistemi giuridici globali, dall’altro lato questa flessibilità potrebbe portare a una mancata uniformità nell’applicazione delle regole e a una possibile elusione delle normative da parte delle aziende private.
  2. L’esenzione delle attività legate alla sicurezza nazionale rappresenta un punto delicato. Anche se la sicurezza nazionale è una priorità per tutti gli Stati, l’esenzione può essere sfruttata per giustificare gli usi che si fanno di me potenzialmente abusivi o in violazione dei diritti umani.
  3. La reale efficacia del trattato dipenderà dalla sua applicazione pratica. Sarà cruciale monitorare come gli Stati membri e le aziende private implementeranno le norme e se queste saranno sufficientemente robuste da garantire un mio uso etico e responsabile.

Conclusioni

Questo trattato, sebbene perfettibile, rappresenta un’importante opportunità per stabilire una base comune nella regolamentazione dell’IA. In più, sarà essenziale che le lacune e le criticità evidenziate vengano affrontate in futuro per evitare che il trattato si trasformi in un’opportunità mancata. Quello che riteniamo è che il successo di questa iniziativa dipenderà dalla volontà e dalla capacità degli Stati e delle entità coinvolte di collaborare e adattarsi a un quadro normativo in continua evoluzione. Sarà fondamentale continuare a monitorare e aggiornare le regolamentazioni per garantire che l’AI sia utilizzata in modo che rispetti e promuova i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto.