• 4 May 2024
Metaverso avatar

Benchè ci siano notevoli resistenze sul fronte virtuale immersivo legato al Metaverso, non si può non ammettere che la comunicazione stia andando verso quella direzione.

Quanti mondi abbiamo

Metaverso, Metaverso, Metaverso, dovremmo farci una lista dettagliata di quante possibilità di interazione al momento esistano collegabili a questa dimensione. Se abbiamo costruito (è facilissimo) un avatar in pochi secondi (circa 45 senza aggiunta di particolari) sappiamo che ci è consentito l’accesso a molte attività social collegabili non unicamente ai visori. Sono tanti i mondi immersivi, e ognuno con le sue peculiarità. Ci sono Metaversi strutturati e sviluppati unicamente per promuovere il lavoro in modalità virtuale. Altri che invece danno il via alla creazione di eventi pubblici ma anche privati. Poi ci sono quelle dimensioni immersive che promuovono la vita salutare attraverso sport e fitness vari. Ogni esigenza esistenziale trova già nella progettazione metaversiana il suo alter ego.

Informarsi per non fermarsi

Oggi abbiamo la fortuna (voglio intenderla così) di poter collegare il nostro avatar a una ventina di metaversi. Sono davvero tanti e tutti raggiungibili attraverso il PC e lo smartphone. Certo, per chi ha adottato l’idea di comprare un visore, l’esperienza è molto più realistica. Non è però questo che sta cambiando le cose. Avere un’identità fisica e virtuale nel mondo parallelo del Metaverso, vuol dire semplicemente poter essere presenti in qualunque momento nel migliore dei modi, soprattutto se si tratta di lavoro. Abbiamo avuto anni di pandemia, da poco trascorsi, in cui ci è stato insegnato molto velocemente a connetterci tramite PC in call che avevano tutti i loro pro ma soprattutto contro. Oggi sembriamo leggermente più capaci di intendere il processo di collegamento online ma è la virtualità che apporterà dei miglioramenti non indifferenti.

Metaverso e personalità

Se una riunione via web ci vedeva partecipi di una forte pressione, per motivi di location, tempistiche, e alternanza di connessione, oggi con un avatar perfettamente disegnato e interattivo tutto cambia. Siamo sempre noi, ma la nostra identità virtuale dona il meglio di quella che potrebbe essere una nostra presenza in videocall. Cosa vuol dire? Molte cose. Prima di tutto la possibilità di interagire in un vero spazio professionale (se parliamo di lavoro) senza spostarsi di un centimetro, e poi il non dover presenziare con le nostre facce stanche (fuso orario magari) o la camicia indossata sopra una parte del pigiama ancora stropicciato (sempre il fuso orario…). Un avatar salva le situazioni perchè è perfetto in tutto e con il tempo e l’ausilio dell’intelligenza artificiale, darà il meglio di sè.

Espressioni e personalità

Molti mi dicono che questa potrebbe essere una snaturazione delle nostre personalità nei contatti con gli altri esseri umani. Certo, da un’espressione degli occhi o da un’inclinazione del labbro superiore in call o in presenza comprendiamo molto di chi ci sta di fronte. Tutto questo avverrà presto anche in modalità virtuale, ne sono convinta. Ora però va fatta una distinzione giusta e netta tra ciò che possediamo e che è in evoluzione e quello che poi avremo. Intanto c’è la possibilità di avere un unico avatar collegabile a ben venticinque mondi metaversiani. Sono tantissimi se pensate che una percentuale della popolazione globale che si immerge ne conosce appena cinque. Un avatar che sia la nostra rappresentazione (anche se non somigliante) e che ci porti ovunque (dove è possibile) arginando molte delle fatiche che normalmente siamo costretti a fare in presenza, è una garanzia.

Chi trova un avatar trova un tesoro

Quando si sarà creato un perfetto gemellaggio psicologico tra noi e il nostro avatar saremo fieri di poterlo portare in giro facendo in modo che rappresenti la parte migliore di noi. Sono molti (in Italia ancora pochissimi) gli eventi che utilizzano la presenza di avatar in mondi metaversiani, eppure questo vuol dire molto. Un avatar che parla con la nostra voce in live e comunica con una dimensione social, toglie i filtri e mette il piano della discussione su di una neutralità che a volte andrebbe presa come esempio. Non vuol dire nascondersi dietro un profilo virtuale tridimensionale, ma semplicemente vuol dire arrivare al nocciolo. Raccontare quello che siamo e che facciamo e che vogliamo attraverso un avatar fa sì che ne venga fuori la parte migliore e in tempi molto più brevi. Certo, c’è anche il lato peggiore che persiste in ognuno di noi, ma questo non è per colpa del Metaverso.

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