• 2 May 2024
Metaverso

Avete un account Facebook? Perfetto, allora ne avete anche uno in grado di farvi entrare nel metaverso. Basta che lo guardiate attraverso il vostro avatar.

Che cos’è il metaverso

Mr Zuckerberg ha fatto un bel salto con la sua holding, che al momento controlla, oltre a Facebook, anche Whatsapp e Instagram, creando un legame diretto con i visori Oculus Quest e l’accesso a Meta. Ma che cos’è realmente questo metaverso? Semplice, è solo un altro modo che internet sta utilizzando per evolversi. La scelta (a mio avviso geniale dal punto di vista del rilancio e della comunicazione) di chiamare Meta il vecchio Facebook, è nata dal termine “metaverse”, creato dall’autore di Snow Crash, Neal Stephenson nei primi anni Novanta. Questo libro andrebbe letto solo per essere stato così predittivo e per aver tracciato una linea che racconti le nuove forme di digitalizzazione globali.

Da Ready Player One a Spatial

In realtà andrebbero letti anche altri libri collegati a quello di Stephenson, come Player One o Ready Player One di Ernest Cline del 2011. Il titolo non vi dice proprio nulla? Allora provate a brandizzare il vostro avatar su Spatial.io e noterete che tutto è collegato e collegabile. Quello che però ritengo sia necessario centrare è l’essenza piena di questa dimensione virtuale. Immaginiamo allora uno spazio (environment) creato su di una piattaforma da sviluppatori ed in grado di replicare molte delle sensazioni visive ed uditive che proviamo nel quotidiano. Per questo ritengo che sia importante dotarsi di un visore specifico e adatto alla pratica immersiva. La strada per accedere al metaverso dovrebbe essere quella tracciata dai device più idonei. Cosa che invece non possono dare il semplice desktop di un computer o uno smartphone di ultima generazione (se poi parliamo di Realtà Aumentata la questione è normale allora che cambi).

metaverso avatar

Metaverso e percezioni parallele

Abituarci a questa parallela dimensione non farà altro che aumentare il grado di esperienza sensoriale globale. Dal punto di vista professionale e della modalità di socializzazione, il metaverso apre a tantissimi scenari. Scenari innovativi, percettivi, esperienziali e soprattutto in grado di sviluppare quella linea divertente che nasce e si propaga attraverso la filosofia del gaming. Sì perchè, entrare nel metaverso può assomigliare ad un gioco e questo lo rende appetibile per quel sistema di comunicazione empatica su cui tanto sta lavorando il nuovo marketing. Vuol dire però comprendere anche come internet stia crescendo e come si stia trasformando in una realtà ancora più espansa e disponibile per esperienze che portino la mente ad acquisire una nuova forma di interazione.

L’esperienza che insegna

Il metaverso va provato, sentito, osservato e, nei casi in cui sia possibile, anche toccato. Una volta messo sulla testa un visore ci si aprirà una dimensione di interazione molto forte. Forte perchè piena di possibilità di acquisire e inoltrare informazioni, con un “io” virtuale (avatar) indipendente dalle logiche di pensiero e libero di viaggiare in ogni spazio con la curiosità di chi lo sta guidando: noi. Quando si accede per la prima volta a Meta da un Oculus Quest 2 ci si rende conto che esiste un altro mondo, un’altra dimensione all’interno della quale è molto più semplice creare connessioni e interazione con altri avatar. Spostarsi nello spazio rende la nostra mente aperta ad una fluidità di transito che assomiglia molto ad uno stato fluttuante. Quello che colpisce di più è la reale fisicità di chi abbiamo scelto per rappresentarci. Il nostro avatar è vivo e interagisce con noi e per noi. Naturalmente dipende molto dalle applicazioni che avremo a disposizione e nelle quali entrare. L’incontro con altri avatar è un’esperienza interessante perchè ci fa sentire parte universale di una globalizzazione che non conosce più barriere sociali. Il metaverso è democratico, questo possiamo dirlo. Non a caso nasce per far conoscere un sistema di scambio decentralizzato delle informazioni, ma questa è un’altra storia.

Conclusioni

Che si tratti di esperienze ludiche o legate a nuove dinamiche professionali, il metaverso è un’opportunità da prendere al volo e su cui iniziare a formare nuove professionalità. Fra non molto tempo avremo la possibilità di accedere a device di ultima generazione con fasi di connessione totale e in grado di sviluppare un collegamento diretto con la nostra quotidianità. L’importante è comprendere che un altro mondo può portare ad altre soluzioni, senza togliere nulla a quello fisico, ma aumentando la possibilità di doppia scelta.

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