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Gli NFT stanno rivoluzionando il campo dell’arte digitale da tempo, ora è il momento di identificarsi con l’esplosiva AI. Torniamo a parlare di loro.
NFT e nuovi mercati
Nel corso dell’ultimo anno, il volume degli scambi ha subito una significativa riduzione del 49%, arrivando a quota 12,6 miliardi di dollari. Nonostante ciò, è comunque una cifra considerevole, se confrontata con il valore complessivo del mercato dell’arte, attestato a 65 miliardi di dollari nel 2023. Non possiamo però non notare che ci siamo allontanati notevolmente dai record di vendite dei certificati d’arte digitale, come nel caso dell’ormai storica opera “Everydays: the First 5000 Days” di Beeple, venduta per 69,3 milioni di dollari nel 2021.
Verso la fine dell’anno scorso, si è osservato un aumento del 445% nel numero di NFT venduti, segno di un rinnovato interesse, ma anche di nuove dinamiche di mercato. In particolare, nel settore artistico si sta assistendo a un ritorno dell’opera d’arte come oggetto da collezione piuttosto che mero strumento di trading. Inoltre, il concetto di Web3, la terza evoluzione di internet basata sulla blockchain, potrebbe rappresentare un nuovo impulso per i certificati digitali.
Recentemente, la collezione di token non fungibili (NFT) CryptoPunks ha segnato un nuovo record di vendita con il CryptoPunk #7804, acquistato per 4.850 ETH, pari a circa 16,4 milioni di dollari.
Rothshild e l’ingresso dell’AI Art
La vicenda di Mason Rothschild, l’artista dietro l’NFT MetaBirkins, bandito dalla mostra museale dello Spritmuseum di Stoccolma dopo una disputa legale con Hermès riguardante il marchio, ha sollevato interessanti questioni sui diritti legali nell’ambito del Web3. Tuttavia, ciò che potrebbe avere un impatto ancora maggiore è il ruolo emergente dell’AI nel campo degli NFT.
Oltre alle dinamiche di mercato e alle controversie legali, vale la pena esplorare anche il ruolo sempre più significativo che gli NFT stanno assumendo nel panorama culturale e creativo. Artisti di ogni genere, dalle arti visive alla musica, dalla letteratura al cinema, stanno continuando comunque a sfruttare la tecnologia dei Non Fungible Token per creare opere uniche e interattive. E’ più che chiaro che questo va ad aprire un mondo di possibilità per gli artisti emergenti e consolidati, consentendo loro di monetizzare il lavoro in modi innovativi e di raggiungere un pubblico globale senza intermediari tradizionali. Ma questa è una realtà già da tempo consolidata.
Dopo aver rivoluzionato il concetto stesso di proprietà intellettuale e di diritti d’autore, ora stanno già da tempo contaminandosi con la nuova implementazione dell’Intelligenza artificiale.  E anche questo sta ora generando un dibattito più ampio sulla natura dell’arte e del valore intrinseco delle opere creative. Molti critici sostengono che gli NFT siano solo una bolla speculativa o una moda passeggera, mentre altri vedono un enorme potenziale per democratizzare l’arte e valorizzare la creatività in tutte le sue forme. Â
La performance algoritmica di Botto
Parliamo allora di Botto il nuovo algoritmo che sta facendo dell’arte digitale un vero e proprio percorso con pochissimi ostacoli.
Botto rappresenta un sofisticato algoritmo basato sull’intelligenza artificiale, progettato per la generazione di NFT artistici, cioè opere d’arte digitali uniche e irripetibili. Il sistema sfrutta le potenzialità dei modelli di machine learning noti come VQGAN (Vector Quantized Generative Adversarial Network) e CLIP (Contrastive Language-Image Pre-training), i quali possono essere combinati per creare immagini partendo da un input testuale. VQGAN è specializzato nella produzione di immagini che rispecchiano i concetti espressi nel testo, mentre CLIP valuta la coerenza tra l’output visivo e l’input linguistico iniziale.
Il processo di creazione artistica di Botto inizia con una sequenza casuale di parole e frasi, utilizzate per generare un’immagine mediante VQGAN, attingendo da un vasto database di opere d’arte famose. Successivamente, CLIP verifica l’adeguatezza dell’output rispetto alla stringa iniziale, contribuendo così a ottimizzare i parametri di generazione di VQGAN.
Quando è richiesta una descrizione dell’opera, entra in gioco GPT-3, un sistema di generazione di linguaggio naturale sviluppato da OpenAI. Il lavoro di un team umano consiste nel controllare l’accuratezza del contenuto generato e selezionare la soluzione migliore, correggendo eventuali errori e ottimizzando la punteggiatura. Botto elabora circa 300 input giornalieri per creare altrettante immagini, sottoponendole poi a una scrematura settimanale per selezionare le 350 migliori opere da presentare alla comunità , composta da migliaia di membri. Questi membri votano per decretare l’opera più pregevole della settimana, la quale viene quindi coniata come NFT e messa all’asta su SuperRare.
AI e NFT del futuro
Le preferenze della comunità umana vengono utilizzate da Botto per raffinare la selezione delle opere da sottoporre al giudizio successivo e per generare gli input testuali delle settimane seguenti. Questo approccio di co-creazione permette a Botto di presentare opere sempre più variegate e di alta qualità , rendendo la procedura di selezione sempre più complessa.
L’arte generata dall’intelligenza artificiale, come quella prodotta da iniziative decentralizzate come Botto, offre l’opportunità di un’arte più fedele alla realtà circostante e permette alla comunità di partecipare attivamente alla creazione artistica, ampliando così gli spazi della rappresentazione. Botto rappresenta un nuovo paradigma di produzione artistica, in cui umani e macchine collaborano per creare opere d’arte, decentralizzando il processo creativo. La visione di Botto potrebbe essere considerata come una delle iniziative più avanguardiste nel campo dell’arte contemporanea.
Token finali
Il fulcro del sistema Botto risiede nella sua criptovaluta nativa, denominata BOTTO. Questo token, identificato dal simbolo BOTTO, riveste un ruolo fondamentale come strumento di governance, conferendo ai suoi detentori il diritto di voto sulle future opere d’arte destinate alla coniazione. La comunità , in quanto organizzazione decentralizzata (DAO), detiene il pieno controllo sul progetto, prendendo decisioni cruciali riguardanti l’esposizione e la distribuzione delle opere artistiche.